289 gli Algerini, nuove ed esorbitanti pretese, per impor termine alle quali era stato uopo alla Repubblica spedire a. quelle parti, fino dal 1769 l’ammiraglio Angelo Emo. A questo nome 1’ anima si risolleva «■ presagisce quasi nuovi tempi di gloria alla bandiera veneziana, vede risorgere uno di quegli eroi che avrebbero potuto ancora scuoterla dal funesto abbandono a cui aveala tratta la lunga pace, ed inspirarle quella forza e quell’ energia che sciaguratamente le mancarono nei grandi avvenimenti che si andavano preparando. Nato il 5 gennaio 1731 di Giovanni Emo procuratore, che si era distinto nella guerra di Candia ed in una legazione in Inghilterra, e di Lucia Lombardo, mostrato aveva fino da’ suoi più teneri anni potente inclinazione alle cose marittime, agli studii matematici, astronomici e geografici, e cercava nella storia i fatti dei grandi uomini, specialmente dei veneziani. Spesso ricorrendogli all’ immaginazione i tempi più famosi della sua patria, avrebbe desiderato essere in quelli vissuto, e 1’ età presente deplorava. Appena ebbe potuto porgere i primi saggi di sè nei pubblici uffici, infiammato di santa carità della patria, si diede profondamente a meditare sulle attuali sue condizioni e sullo stato delle sue forze. Vedeva come le altre potenze 1’ avevano di gran lunga precorsa nella via de’ miglioramenti navali, vedeva lo stesso grande arsenale maraviglia del mondo, scaduto affatto dall’ antica fama, vedeva gli enormi abusi che vi si erano introdotti, e il suo grande animo si proponeva di sradicarli, e non cessava di raccomandare caldamente di seguire 1’ esempio in ¿specialità della Francia, che la propria marina avea conformato nell’ educazione e nell’ ordinamento, sul modello di quella d’ Inghilterra ; rappresentava che il nuovo Codice francese uscito allora, conferiva anche la nobiltà ed ogni avanzamento al più Vol. Vin. 37