322 Sofferenza dell'ammiraglio sua bestia nera che nella sfera politica si concretava nel suo tenace antigiolittismo. Quando l’ammiraglio Viale fu nominato ministro della marina, Cagni commentò che si era cercato « chi dà meno noia agli impiegati ». « È la potentissima burocrazia guidata da Giolitti alla conquista dello Stato e che man mano si impadronisce sempre più dei poteri militari ». Il Duca degli Abruzzi consultò Cagni sui problemi della riorganizzazione della flotta. In diverse questioni i due dissentivano, tanto che Cagni non ritenne opportuna una sua progettata nomina a capo di Stato Maggiore convinto di poter meglio collaborare restando al comando della divisione incrociatori. Malgrado i suoi impegni militari non perdeva di vista le vicende della guerra e gli avvenimenti politici interni. Tornando da una cerimonia religiosa celebrata alla fine di agosto dopo la morte di Pio X, commentava: «Naturalmente dopo averla vista fare a Parigi in forma ufficiale, anche le nostre autorità hanno preso il coraggio a due mani contro il terrore dell’anticlericalismo ed hanno ammessa la funzione. Sei mesi, anzi tre mesi fa, se le autorità avessero preso parte ufficialmente ad una funzione religiosa, sarebbero state violentemente liquidate! Di questo passo vedremo fra breve il capo del governo fra Nathan ed il vescovo con un cero ed un triangolo! Questa, in fondo, è la più grande novità del giorno per noi Italiani ». In quanto all’avvenire ricordava con emozione un patto che aveva stretto col console Galli e col capitano Verri il giorno stesso dello sbarco a Tripoli: ritrovarsi insieme alla conquista della Dalmazia. « Ricevo poche righe da Galli [da Durazzo], nervoso, in orgasmo, pieno di speranze e mi ricorda l’augurio fatto a me ed a Verri la notte del 5 ottobre 1911. Il povero Verri è morto ma io sono ancora vivo. E quella misera minestra di riso dopo la battaglia sulla costa orientale del Mare Nostro, all’altezza di Ancona, la mangeremo forse in due! » Nel suo animo impaziente affiorava il gran sogno della rivincita di Lissa. A fine settembre, dopo continue esercitazioni, si dichiarò pronto alla lotta, e poiché si vociferava di una nostra spedizione a Valona per assicurarci il dominio di quella costa,