295 ormai eziandio troppo inoltrata per potersene ripromettere operazioni d’ importanza, e 1’ Emo ritiratosi nel de-cembre a Malta, vi attendeva gli ordini del Senato. E già il terzo anno della guerra volgeva, quando pretendendo il Bey fino a cento mila zecchini, le conferenze e per 1’ esagerata domanda, e per la mancanza di sufficienti guarentigie non avevano potuto effettuarsi. Laonde presentavasi 1’ Emo nell’ aprile 1786 colle sue galleggianti nella rada di Sfax (1) ; avanzavano quietamente a colonna a tre a tre, poi schieratesi con mirabile manovra in linea, cominciarono sostenute dalle bombarde, un si terribile fuoco contro la città che presto i cannoni delle batterie di questa furono ridotti a tacere. Le galleggianti allora vieppiù accostatesi alla distanza di cinquanta passi, all’ incirca, quasi interamente la sfasciarono (2). Ma neppure la rovina di Sfax valse a far piegare l’ostinato pascià che tenevasi sicuro nella sua capitale, e riceveva incoraggiamenti e soccorsi principalmente da Algeri. Ciò vedendo 1’ Emo volse la furia devastatrice de’ suoi cannoni contro Biserta emporio di tutt’ i grani, legnami e cuoi del regno, ma a causa della violenza dei venti e dell’ agitazione del mare non potè pervenire a bombardarla che nella notte del 7 agosto. Domandava al Senato dieci mila uomini da sbarco, coi quali disegnava spingersi oltre fra terra, assalire la stessa Tunisi, e piantare in quelle barbare spiaggie il veneziano vessillo, distruggendo per sempre 1’ infesto nido di pirati. Non acconsentì per altro il Senato alla sua domanda, o sia che stimasse la flotta necessaria a guardare il mediterraneo, mentre accendevasi (1) Disp. 3 aprile. (2) « Pel cui effetto (delle galleggianti) la marina di VV. EE, potrà portare ovunque i suoi colpi ».