77 da Gregorio XIII un Breve, in virtù del quale essendo al suddetto patriarca Giovanni Grimani premorto il coadiutore Barbaro, potè esserne nominato un altro che fu Luigi Giustinian, e così di mano in mano codesto uso del coadiutore andò perpetuandosi. Ora, quantunque per le guerre avvenute in conseguenza della lega di Cambrai, Aquileja fosse stata occupata dagli Austriaci, ed il patriarca avesse trasferito la sua residenza in Udine, ebbero però sempre i patriarchi libero 1’ esercizio della loro interna giurisdizione spirituale sopra l’intera diocesi, tanto nella parte veneta quanto nell’ austriaca (1). Ma quando le piraterie degli Uscocchi diedero motivo alla guerra di Gradisca (2), e ad acerbe animosità fra i confinanti austriaci e veneti, la corte imperiale cominciò a levare pretensioni di nomina al Patriarcato di Aquileja, e ne fece ricorso alla Curia romana nel 1627, senza però trovare ascolto da Urbano Vili, il quale ben conosceva i diritti dei Veneziani. La corte di Vienna si appigliò allora ad altro mezzo, e fu quello di proibire nel 1628 ai suoi sudditi di riconoscere il patriarca, impedendo a questo pel fatto di esercitare la sua giurisdizione spirituale nelle terre della diocesi appartenenti al dominio austriaco (3). Il papa però stette sempre fermo nel respingere i varii progetti imperiali, ora dell’ erezione d’ un nuovo vescovato nella parte austriaca, ora dell’ elezione d’ un vicario apostolico, ora d’ un visitatore permanente. Raccomodatesi più tardi le cose, 1’ autorità de’ veneti patriarchi fu riconosciuta, e questi, d’ intelligenza coi nunci papali alla corte di Vienna, governavano la (1) Serie istorica delle cose risguardanti il patriarcato di Aqui-leja MCCCLXXVIII. Cod. Marciano. (2) Vedi questa storia t. VII, p. 102. (3) Vedasi discussione dei diritti della Repubblica e degl’ Imperiali a p. 80 e seg. della Serie istorica ecc.