171 « Ma quante sono le gravezze del paesano oltre al campatico e al sussidio ! tasse, alloggi, fabbriche, colte o taglie ducali, limitazioni, censo, tansa, boccatico, macina, ed inoltre gran numero d’ angario a cui si prestano i popoli con 1’ opera dei carri e degli animali, nonché della persona o con sostituzione di danaro. Vi si aggiungono poi le spese di modo che, se il villico non paga, cade in multa del dieci per cento ed alla esecuzione ; e molti aggravi straordinari con abusi ; come, per esempio, ove occorre 1’ opera di cento carri e mille uomini, si ordina, si dispensa, si estorce danaro da dieci volte tanti carri e persone. « Noi disprezziamo (soggiungono) questo poco danaro (ritratto dai villici) perchè non esaminiamo con bilancia esatta 1’ angusta miseria del loro avere. Non siamo giusti conoscitori e giudici delle loro fatiche e non ci accostiamo a riflettere a’ loro aggravii di ogni diversa natura. I villici pagano in danaro ai prorietari per livelli o affitti delle case che abitano ed in regali e grano, vino e legna per le terre. Queste stasse povere persone suppliscono alle fabbriche ed ai restauri dei templi e campanili, e delle case dei parrochi, contribuiscono per cappellani e per visite vescovili, danno il salario ai campanari, mantengono le chiese e le tante scuole di officiatura, cere, arredi sacri, ed altro simile. Sono gli stessi uomini soggetti a tanti trasporti per alberi, remi ed altri materiali per le città e fabbriche pubbliche, per sali, oli, tabacchi, milizie, equipaggi a bassi prezzi e sono obbligati a lavori, trasporti di serra e ghiara e legnami per strade reali e territoriali sue proprie con carri, animali e persone, ad argini e cavamenti per difesa di fiumi e torrenti e per dare o mantenere il corso delle acque, e sotto nome di imposte diverse a tanti esattori insaziabili del territorio, poi (a quelli) della podesteria o quadra cui sono soggetti,