180 dolevasi papa Clemente XIII, il quale il 1.® di ottobre di quello stesso anno 1768 dirigeva su questo proposito una lettera di ammonizione al patriarca, agli arcivescovi e ai vescovi del veneziano dominio, e l’8 dello stesso mese un Breve al doge e alla Signoria. Il Senato rispose col debito rispetto, ma con fermezza appoggiando le sue ragioni sili bisogni attuali, e sulle antiche massime e leggi dei predecessori, nè si lasciando punto stogliere dal preso partito, volle fermamente che questo avesse la piena sua esecuzione (1). Moriva intanto papa Clemente XIII il 2 febbraio 1769, pontefice lodatissimo, e succedevagli nel 18 maggio il cardinale Lorenzo Ganganelli col nome di Clemente XIV, uomo di mente elevata e che sapeva come sia savia cosa adattarsi ai tempi. Laonde il Senato che non meno degli altri stati progrediva nelle riforme, a lui vol-gevasi chiedendo, ed otteneva, come già 1* imperatrice Maria Teresa nei suoi Stati, la diminuzione delle feste, appoggiando la sua domanda alle considerazioni che pel soverchio numero di esse anziché promuoversi la religione, venivansi a favorire 1’ ozio, la crapula, gli eccessi di ogni specie, che le arti e le industrie ne soffrivano, che 1’ agricoltura specialmente ricevevano immenso danno (2). Ad altra importantissima riforma, quella degli studii, diede motivo 1’ espulsione a quel tempo avvenuta dei Gesuiti, da tutti gli Stati d’ Europa. a formare il fondo capitale pel loro mantenimento, e la Cassa cosi detta dinanzi, presso al magistrato sopra monastertì ; i beni testa-mentarii ad pias causas furono venduti, e il ricavato depositato in zecca ad esservi investito a frutto. Tra altri il procurator Erizzo ne comperò per ducati quattrocentosessantamila dugentottantacinque, Marco Yalier per sessanta mila, e Cornelia Dolfin Gradenigo per centotrentaseimila ecc. (1) Informazione di Andrea Memmo savio di Terraferma in proposito della condotta del Senato in ogni tempo verso la corte di Roma. Codice MDCCCIX. (2) Commemoriali XXXIII.