880 lione e mezzo di lire, e in undici anni novecento quarantamila lire per le sole cordelle di seta padovane (1). VII. Agricoltura. La fecondità del suolo veneto mirabilmente si prestava a fornire abbondantissimi prodotti per 1’ interno consumo e pel commercio al di fuori. Presedevano all’ agricoltura le magistrature dei Proveditori ai beni inculti e deputati all’ agricoltura, dei jProveditori ai beni comunali, dei Deputati all’ asciugamento delle valli veronesi e per quanto concerneva la sicurezza dei possessi era destinato 1’ ufficio dei Proveditori ai confini, come ai danni dei fiumi i Sami ed esecutori al Collegio delle acque e specialmente i Proveditotn all’ Adige per la regolazione di questo. Piaga profonda alla veneta agricoltura rimaneva però tuttavia in gran parte, ad onta dei tanti provedimenti diretti a sradicarla, quella del Pensionatico ossia dell’ a-buso del pascolo, intorno al quale il 13 agosto 1794 i Proveditori ai beni inculti e deputati all’ agricoltura presentavano un nuovo rapporto in cui sponevansi le origini e le vicende del Pensionatico, i disordini che ne derivavano, specialmente dall’ aumento delle pecore montane e dalle restrizioni nella vendita dello lane, proponendo che i proprietari delle poste ossia dei terreni concessi al pascolo, fossero in pari tempo possessori di fondi culti e che dando vigorosa opera a togliere gli abusi, si avesse insieme cura di seguire le norme della giustizia nell’usare riguardo agli speciali diritti e ai dovuti compensi (2). Si richiamava in vigore il decreto 26 settembre 1765 (3) che vietava a chiunque di condurre a pascolare sopra terreni (1) Lamberti, gli Ultimi cinquant’ anni mss. da carte autentiche. (21 Scritturo J'rovcdilori ai beni inculti, all’ Archivio. (Si) Scritture Proveditori beni inculti 22 marzo 1786.