5] ferivano gli Schiavoni alle spalle e molti ne uccidevano. A tanto inaspettato e terribile accidente i valorosi Schiavoni dapprima ristettero, poi voltandosi di nuovo alla città, cercarono in questa precipitosamente riparo. Dal che preso animo i Turchi, si riordinarono e occupato un rivellino, disegnarono un assalto generale. Accadde questo nella notte del 18 al 19 agosto 1716, e pareva che in essa della sorte della misera Corfù avesse a decidersi. Fra terribili grida, fra il rimbombo dei cannoni, lo strepito delle fucilate, il romoroso suono delle trombe e dei pifferi correvano i Turchi all’assalto ; Loredano e Schulemburg alle difese. Fu uno de’ più tremendi conflitti di cui la storia faccia ricordo, combattendo da una parte 1’ efferato furore, la disperazione dall’ altra, tanto che fino le donne, i fanciulli, i vecchi, i preti, i frati (1) correvano come invasati al luogo del pericolo, servendosi di quelle armi, cui o disegno o caso poneva loro in mano. Durava da sei ore il combattimento, nè ancora la vittoria da alcuna delle parti inclinava. Allora Schulemburg con ardita e magnanima risoluzione, uscendo furioso con ottocento oltramarini ed italiani da una parte, assalì di fianco il nemico e tale strage ne menò, che prima attonito, poi spaventato si diede a disordinata fuga lasciando trincee, armi, bandiere in poter dei Cristiani, seminato il suolo di cadaveri. Questa sortita di Schulemburg fu la salute di Corfù. I Turchi nel susseguente giorno nulla più | tentarono, nella notte quasi il Cielo volesse pure con- (1) Il Diario narra che un francescano preso in mano un Crocifisso si mise alla testa di alcuni Schiavoni e Corfiotti, e tolte dalle chiese alcune scale con eroica risoluzione appoggiandole allo scarpone, vi saliva sopra ; ma nulla dice eh’ egli desse di quel Cristo sul capo ai Turchi colle parole lanciate che dia loro di questo Cristo maledetto sulla testa, come racconta il Botta, IX, 271.