65 curezza delle isole, mosse contro la Prevesa e la conquistò. Lo stesso avvenne alla Vonizza, e solo la stagione inoltrata impedì ulteriori imprese. Egual fortuna arrideva ai Veneziani in Dalmazia, ove dopo lunga e vigorosa resistenza Alvise Mooenigo prese la fortezza d’ Imo-schi, ed altre imprese per mare e per terra si disegnavano per 1’ anno seguente. Laonde i Turchi, battuti da tante parti, inclinavano l’animo alla pace e mandavano a quest’uopo al principe Eugenio un agà, ricercando anche la mediazione dell’ Inghilterra alla quale si unì in pari tempo l’Olanda. Rin-novavasi il caso della pace di Carlowitz, poiché la corte imperiale desiderando por fine alla lunga guerra per disporre delle sue truppe alla difesa de’ suoi Stati d’Italia minacciati allora dagli Spagnuoli, acconsentiva all’ entrare in trattati, e vi trascinava seco la Repubblica, volendo fosse dai Turchi inclusa nei trattati. Furono tenute a Vienna molte conferenze tra il principe Eugenio, il cav. Pietro G-rimani ambasciatore e Carlo Ruzzini incaricato del maneggio della pace, alle cui pretensioni però veniva dagli imperiali superbamente risposto che solo mercè la loro vittoria a Petervaradino, i Turchi avevano levato l’assedio di Corfù (1). Alla fine d’ aprile partirono da Vienna il conte 1718 Wirmond e il Ruzzini accompagnato dal secretano Ven-dramino Bianchi, che scrisse poi la storia di queste trattazioni (2), dirigendosi alla volta di Passarovitz, luogo scelto per radunamento del Congresso, e dove pur giunse l’altro plenipotenziario imperiale il consigliere Talman. L’Inghilterra vi aveva nominato Roberto Sutton, 1’ Olanda il conte Jacopo Colyer, il Sultano il gran vezir Ibrahim pascià (1) flammer, t. VII. (2) Istorica relazione della pace di Passarovitz, Venezia, 1719.