131 degli uomini, che fosse palese, non segreta, che punisse i rei ma non confondesse con questi anco gl’ innocenti, che permettesse la difesa e non togliesse questo conforto dato all’ umanità da tutte le leggi divine ed umane. Si levò il Marcello a calmare lo sbigottimento insorto nell’ adunanza, riconfermando nulla traccia di tutto questo essersi trovata negli atti degli archivii degl’ Inquisitori, avere per lo contrario il Tribunale salvato più volte la Repubblica, averlo tenuto i maggiori per tanti secoli in venerazione, nè aver mai alcuno mossa accusa contro le sue operazioni ; che col rito suo secreto il patrizio andava salvo dal disonore verso il popolo senza però sfuggire al castigo, e insieme dalla nimistà de’ suoi compagni per la natura di certi turpi delitti, i quali e-sposti alla piena adunanza del Consiglio de’ Dieci, degli Avogadori e del ministero (1), non istarebbero sepolti nel più chiuso silenzio. Marc’ Antonio Zorzi, uno dei Quaranta, creduto fino allora avverso agl’ Inquisitori, prese con generale ammirazione a dimostrare dal canto suo come non poteasi sempre solennizzare con le forme legali e con la lentezza dei metodi criminali i casi di congiura, di ribellione, di segreta corrispondenza con esteri, di occulta violenza contro 1’ onore o la vita di un cittadino, dovendosi in tali casi prevenire con prestezza e colla risoluzione gli effetti, mentre dando tempo a’ rei disegni, questi ridurrebbonsi ad atto, o almeno potrebbero giungere a gettare la divisione e lo spavento nella Repubblica ; adduceva gli esempi di Bajamonte Tiepolo e del Falier, mostrava ridicola e perniciosa la facoltà accordata dai due agl’ Inquisitori di punire col carcere o colla rilegazione tutt’ al più (1) Si comprendevanosottoquestadenominazionegliufficii inferiori.