412 presentanti al Congresso, di propugnare i veneti interessi a tutto potere non solo in generale, ma anco nel particolare dei confini. Arrivavano i plenipotenziarii a Carlowitz il 23 ottobre, e il Ruzzini recava seco in un foglio formulate le domande della Repubblica, e i disegni delle terre da questa occupate (Corti 18 sett. e 4 ottob.) ; ma già da principio, e senza partecipazione del Ruzzini, convenivasi coi Turchi che ognuno dei collegati trattasse separatamente, cosa da quelli desiderata, sperando che di quanto avessero avuto a perdere coll’ uno, avrebbero potuto ricattarsi col-1’ altro. Perciò il Senato appena d’ ebbe notizia, si affrettò a scrivere al suo ambasciatore a Vienna Loredano, succeduto al Contarmi, si recasse prontamente all’ imperatore, e ottenesse da lui l’assicurazione che non sarebbesi sottoscritto alcun trattato, prima che non fossero tutti gli altri ridotti a compimento (Corti, 25 novembre 1698). Entrarono primi gl’ imperiali nelle trattative il 13 nov., e lunghe furono le discussioni intorno ai confini, cercando i Turchi eludere per varii modi la condizione dell’ ufi possidetis, nè si era ancora alcuna cosa convenuta, quando Maurocordato, incaricato del Sultano, propose cominciar intanto le conferenze coi Veneziani, a’ quali naturalmente conduceva la faccenda dei confini. Ditatti le prime conferenze col Ruzzini avvennero il 17 e 18 nov. ma con esito infelice, chiedendo i Turchi Lepanto, Prevesa o almeno la loro demolizione, come altresì quella dei Dardanelli, e lasciando travedere qualche disposiziono a darne compensi quando cioè fosse accordato. Ma siccome non ostante tutti gli sforzi, il Ruzzini non potè penetrare in che questi avessero a consistere, le trattative rimasero per allora da questa parte interrotte (Relazione Ruzzini). Quelle invece degli alleati avanzavano, ed il Senato raccomandava di nuovo all’ ambasciator Loredano di ottener ordine da S. M. ai iilenipotenziarii « di non avanzar passo maggiore nel loro ne-gotio, se quello della Repubblica non resti agevolato, e condotto a parità di progresso e di conclusione ». Vi aderiva 1’ imperatore, e ringraziavalo il Senato, avvisandone in pari tempo il Ruzzini, cui conferiva altresì facoltà di concedere per facilitare il negozio, la demolizione di Lepanto, e pur anco quella di Prevesa, verso compenso di vantaggi in Dalmazia (Corti 12 die.). Ma non ostante 1’ assicurazione imperiale, ed il tenore del trattato di lega che alcuno dei Collegati non avrebbe potuto firmare un trattato parti-