351 Somaschi e gli Scolopii per 1’ istruzione che davano alla gioventù, ed i monaci di san Servilio o Fate bene fratelli per la carità con cui prestavano 1’ opera loro nella medicina e nella chirurgia in favore dei poveri, e che furono i primi a raccogliere i maniaci, allora comunemente abbandonati, avuti in orrore ed esposti ai più duri e vituperevoli maltrattamenti (1). Ad invigilare alla disciplina dei monasterii furono eletti nel 1523 tre nobili col titolo di Proveditori sopra monasterii, dai quali pur dipendevano i molti conventi di donne. L’ ambizione patrizia di conservare il lustro della propria famiglia nei maschi, e principalmente nel primogenito, accresceva pur troppo a dismisura il numero di quelle donzelle, che non per vocazione ma per crudo volere paterno erano condotte ad abbracciare la vita del chiostro ; questo perciò era divenuto anche ne’ secoli addietro anziché luogo di raccoglimento e di devozione un ricetto del più schifoso libertinaggio (2), d’intrighi sociali e politici, di maneggi e di liti forensi, d’ interessi pecuniarii in cui le monache si trovavano spesse volte immischiate in virtù di generosi lasciti e doni di parenti o devoti. Più volte le autorità civili ed ecclesiastiche, si erano adoperate con leggi e provvedimenti a togliere siffatti abusi, ma invano, ed i così detti Parlatoi erano divenuti dal cadere del secolo XVII fino alla prima metà del XVIII, i convegni delle più qualificate persone d’ ambo i sessi, le conversazioni come diremmo di moda, tanto più frequenti) I fate bene fratelli ed il loro spedale di s. Servilio continuano ancora la benefica opera loro. (2; Leggi fino dal secolo XIV contro i Muneghini, fornicatori con monache, ed altre e sempre più severe del 1486 e seguenti. Nel 1385 assegnavansi alle Religiose confessori che avessero passato i sessantanni, e vieta vasi rigorosamente l’ingresso nel coro.