200 leghi e tanta influenza nelle cose della Repubblica, eh’ era comunemente chiamato el paron (il padrone). Da lui in gran parte derivarono o furono coi suoi importantissimi rapporti appoggiate le riforme che abbiamo indicato nelle materie delle arti, degli studi, degli ecclesiastici ; era d’ una non curanza na’ suoi modi che dicevasi filosofia ; poco premuroso di una elegante o forbita eloquenza, la-sciavasi talvolta andare a frasi scurrrili e plebee, e assai spesso a modi frizzanti e sarcasmi ; del resto, integro cittadino, zelantissimo degli ordini della Repubblica, tenace conservatore di essi, odiato perciò dai novatori (1). Il 18 agosto leggevasi nel Maggior Consiglio una proposizione dei Consiglieri per eleggere una Commissione incaricata di studiare la materia degli accrescimenti di stipendio a’ pubblici magistrati e delle pensioni a’ nobili poveri ; ma ecco levarsi un grido generale non essere stato questo il principale impulso dell’ animo loro, nè si lascerebbero prendere a quell’ esca, mentre ben altre maggiori riforme alle tante corruttele introdottesi nei varii rami del governo, occorrevano. Pietro Antonio Malipiero, uno dei Quaranta, recatosi al doge gli disse che se gli si fosse fatto aumento, si sarebbe subito ritirato dal Consiglio da lui per tanti anni occupato. Già cominciavasi ad udire la voce Correttori. La quale facendosi ogni dì più generale e più vigorosa, fu uopo alla Signoria il ‘26 agosto presentare al Maggior Consiglio un progetto di legge. t (11 Di tutti questi abusi parla diffusamente Leopoldo Curti nelle sue Memorie storiche e politiche sopra la Repubblica di Venezia, da usarsi però con molta discrezione, siccome uscite da uno che, disordinato nell’economia e sofferte parecchie ingrate vicende nel suo reggimento di Vicenza, s’era sottratto illegalmente dallo Stato, rifiutando di restituirviai alla chiamata. Rapporto degl’ Inquisitori 25 sett. 1789. Contengono tuttavia quelle memorie, gran parte di vero.