18 LA RUSSIA E IL MONTENEGRO gli erzegovesi abbiano nel loro cuore rinunziato alla speranza di riunirsi un giorno alia patria comune. Al primo segnale della rivolta, quando dalla Russia partisse una parola d’incoraggia- mento, è opinione generale che gli erzegovesi in- sorgerebbero tutti come un solo uomo e che, aiutati dai Montenegrini e dai Serbi, costringerebbero se non altro l’Austria a paralizzare delle ingenti forze per fronteggiarli. E questo grido, questa pa- rola che aspettano con ansia tutti i serbi, e ciò spiega, a parte le tradizioni e la fede comune, la devozione che il piccolo principato del Mon- tenegro ha per il potente Czar del quale esso è ili certo modo la sentinella avanzata. Nel giorno del conflitto, i trenta o quaranta mila uomini, dei quali può disporre da un momento all’al- tro , grazie alla splendida organizzazione delle sue forze militari il principe Nicola, uniti agli insorti dell'Erzegovina, possono tenere in iscacco tre o quattro corpi d’esercito austriaci. Il Mon- tenegro sa che ormai nulla può sperare se non dalla sorte delle armi. Pensa quindi quasi esclusi- vamente a sviluppare sempre più le sue forze mi- litari, ben comprendendo che nella eventualità di un conflitto i vantaggi ai quali potrà aspirare saranno tanto maggiori quanto più efficace sarà stata la sua cooperazione. La politica del Montenegro è tutta ispirata a