496 . III. DISPACCIO. Per compimento alla intrapresa relazione dell’ ambasciata da ino sostenuta, mi resta da render conto all’ Eccellentissimo Senato della forza ed influenza politica della Francia nel momento presente, eh’ è il terzo ed ultimo punto che mi sono proposto. Sopra due basi è fondata, per mio riverente parere, l’influenza politica di una potenza. Primo, sulla forza interna dipendente dalla estensione e fertilità, popolazione e ricchezza dello Stato, dalla prosperità delle arti e dei commercio, dal numero delle truppe e delle navi, e dalla proporzione adeguata delle rendite pubbliche alle spese ed ai bisogni dell’ erario. Secondo, sulla forza esterna dipendente dal credito e da’ legami colle altre Corti. Quanto più sono degne di essere trattate con distinzione queste due parti della influenza politica di una delle più potenti monarchie dell’ universo, tanto più mi conviene invocare i riflessi indulgenti di VV. EE. sopra la vastità e la moltitudine degli argomenti che si presentano a spaventare la mia ili-sufficienza. L’estensione del regno di'Francia (senza comprendere Pisola di Corsica, nè le possessioni di questa Corona nelle altre tre parti del mondo), è stata * determinata dalle ultime operazioni geografiche in poco meno di ventisettemila leghe quadrate, che corrispondono, seguendo il calcolo matematico, a centocinquantacinquemila miglia quadrate. Se la figura di questo regno fosse un quadrato perfetto, ogni lato tirerebbe all’ incirca quattrocento miglia, e la diagonale cinquecentosettanta. È composto di trentadue grandi provincie, che si suddividono in cento ed otto territorii : vi si contano diciannove arcivescovadi e centoventidue vescovadi : contiene circa trecento fra città e grosse terre murate, e la sua popolazione, secondo le più recenti verificazioni, ascende a ventiquattro milioni settecentomila anime. In generale il suolo è fertile, e la nazione, piena d’ industria e di attività, non lascia di trarne profitto. Ad ogni modo i prodotti delle terre sono più scarsi sensibilmente di quel che potrebbero essere, se 1’ agricoltura fosse meno aggravata d’imposizioni, e se non abbondassero altri mezzi più seducenti per aumentar le fortuna private rapidamente. La frequenza degl’ impre-