368 del tutto, se sopravvenuta non fosse la grande catastrofe. Stavano i depositi in zecca sotto la direzione del Conservatore dei pubblici depositi e di un Depositario pei privati, oltre ai soliti Proveditori. Le faccende poi degli ori e degli argenti, dei bolli e delle monete spettavano ai Proveditori sopra gli ori e le monete, ed ai Massari all’ oro e all’ argento. Apparteneva ai Deputati ed Aggiunti alla Provisione del danaro pubblico il proporre e discutere in ben meditato rapporto le nuove spese occorrenti allo stato, e le riforme nelle fonti di esazione di pubblici aggravii ; ai Proveditori sopra danari il regolamento della decima sopra gli ufficii cioè le ritenute sugli stipendii e sulle utilità degl’impiegati, ai sopra uffici e sopra conti la revisione dei libri dei governatovi delle entrate e la cura necessaria per assicurarsi della lealtà con cui un individuo facesse rinunzia ad una eredità testata od intestata. Gli scansadori erano incaricati di eliminare di tempo in tempo le spese superflue. Gli Appuntatori aveano ad appuntare o segnare le tardanze o mancanze nell’ intervento degl’ impiegati agli uffici, assoggettandoli ad ammenda. Infine l’economica disciplina del pubblico erario era di appartenenza degli ufficiali detti delle Rason vecchie e nuove. Era in somma nell’ amministrazione veneziana una farragine d’ impiegati, e tale numero di uffici da rendere impossibile rappresentarli teoricamente in pieua evidenza. La quale com- dcpositi sole, aglio, macina ecc. alcuni con prò vitalizii, altri perpetui ed anche questi or più or meno onerosi, e talvolta il Governo vedovasi ridotto perfino alla necessità di sospendere il pagamento degli annui interessi. Ma migliorate le circostanze o univansi per semplificazione in un solo deposito i diveri che erano in egual condizione, o si trasportavano i vitalizii a depositi ad haeredes con minorazione di prò ecc. e quanto ai prò non pagati, il Principe se li addossò quali nuovi capitali pagando anche per questi un annno discreto interesse. Osservazioni ecc.