326 fatuati delle sue glorie, e persuasi del vantaggio che sarebbe a derivare ai Veneziani dall’ amicizia di lui che sì vasta estensione di dominii possedeva. La resistenza però del popolo a riconoscere la supremazia franca diè motivo alla guerra con Pipino figlio di Oarlomagno e da questo già istituito re d’ Italia, e al primo grande pericolo corso dalle isole veneziane. E quando ne uscirono salve, divenne Rialto, siccome la più sicura, perchè posta ben addentro nella laguna, la capitale, e da quel momento ampliata, abbellita, potè da essa trarre origine la città, che si appellò appunto di Rialto o di Venezia. Ma con questo avvenimento andò connessa importante rivoluzione nei rapporti della politica esterna. I Veneziani s’ erano ornai persuasi nella guerra di Pipino, della vanità dei soccorsi greci ; aveano veduto, dopo la pace, riconosciuta la loro Repubblica, in virtù dei trattati di commercio eh’ essi poi conchiusero coi re d' Italia ; il loro traffico già estesosi anche nel Mediterraneo, alle coste d’ Africa e nell’ Egitto rendeva loro meno necessaria quella condizione, se non di dipendenza, almeno di riverenza serbata fino allora verso il greco impero, e vollero con un atto solenne rendere manifesta la piena ed assoluta loro autonomia. Questo atto solenne fu la traslazione del corpo di s. Marco da Alessandria, fu la sostituzione di questo santo nazionale nel protettorato della Repubblica al santo greco Teodoro, sciogliendo quindi anche quel sottil vincolo religioso e ponendo sotto 1’ egida della religione la propria indipendenza. Costituito così lo stato veneziano da Grado a Capodargine, come allor dicevasi, venne nel corso di circa due secoli, in mezzo a pericoli interni ed esterni, a così bene consolidarsi e acquistar tanta potenza e ricchezza, da poter cominciare ad estendere il proprio dominio anche al di fuori, e porgere