108 In mezzo a questo fermento degli animi giungeva il giorno 23 agosto 1761 in cui aveasi a fare la elezione dei componenti il Consiglio de’ Dieci, e nessuno de’ proposti ottenne il legale numero di suffragi. Fu replicata più volte la ballottazione nei dì seguenti, e sempre con egual esito. Tre erano le classi dei mal contenti, la prima di quelli che in povero stato di fortuna cercavano nelle novità migliorare la loro condizione, la seconda di quelli che mossi da ambizione miravano ad innalzarsi colla depressiouo degli emuli, la terza finalmente di quelli che per proprio convincimento operavano a norma della propria intelligenza (1). Ad ogni modo il concorso di tanti voti nell’ escludere la nomina al Consiglio de’ Dieci era una manifesta condanna di quel tribunale, la cosa fa-cevasi sempre più grave, e radunatasi una segreta consulta nella camera stessa del doge, alla quale intervennero i soli sei consiglieri, i tre capi della Quarantia, e il secretario legista Michelangelo Marini, fu in quella deliberato di proporre al Maggior Consiglio la nomina dei Correttori, come nel 1628. Dopo lunga discussione se a-vessero ad essere compresi nella revisione anche i capitolari de’ Collegi tutti, e se si avesse a sottomettere il Consiglio de’ Dieci a nuovo ordinamento, fu portato il progetto di legge il 3 settembre in pien Collegio, e il 6 nel Maggior Consiglio, nel quale posto a voti il 9, fu approvato. Deliberavasi quindi che si dovessero eleggere prontamente i cinque Correttori colle solite forme, allo scopo di rivedere i capitolari di tutt’ i Consigli e Collegi ; con facoltà di prendere le loro istruzioni da chi e dove loro paresse più opportuno, e coll’ obbligo di portare al più presto al Maggior Consiglio 1’ operato. Erano in- (1) Franceschi. Storia ecc.