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rono vani. A ciò si aggiunsero alcuni vantaggi riportati allora dai Francesi, sotto il comando del maresciallo di Vil-lars nei Paesi Bassi, tanto che infine fu di necessità prima agli Olandesi, poi all’ Imperatore di sottoscrivere al trattato proposto dall’ Inghilterra per non restarne con proprio danno esclusi. Vi aderiva altresì il duca di Sa-voja, il quale molto assegnamento faceva sulla protezione dell’ Inghilterra, e non passava più di perfetta intelligenza coll’ Austria, che di lui non si fidava, da quando specialmente era venuta a scoprire certe sue intelligenze secrete recentemente avviate colla Francia. La Repubblica di Venezia non aveva mai cessato dal promuovere l’opera della pace, col mezzo del suo ambasciatore Foscarini all’ Aja, al quale aveva dato altresì 1’ incarico d’ insistere sui compensi pei danni recati ai suoi territorii dalle potenze belligeranti (1), essendosi allora appianata anche una particolare vertenza colla Francia a causa del cardinale Pietro Ottoboni.
   Figlio di Antonio cavaliere e procuratore (2), (venuto in disgrazia della Repubblica per aver ricevuto stipendi! da principi forestieri, e solo pei meriti del figlio restituito alle dignità), pronipote di papa Alessandro VIII dal quale avea ottenuto e titoli e ricchezze, distingue-vasi tanto per la magnificenza, quanto per la coltura della mente e 1’ amore e la protezione de’ buoni studii. Istitutore dell’ Accademia Ottoboniana in Roma, valente poeta egli stesso, fu dall’ ambizione trascinato nella stessa trasgressione del padre impetrando da re Luigi di Francia ( 1710 ) la dignità di Protettore di quella Corona a Roma, divenuta vacante per la rinuncia del cardinale
    (1)	Corti 9 gen. 1709;Ì0.
    (2)	Cicogna Iscrizioni I, 183 e 269.