459 veneta guarnigione nel suo castello. Un grosso sommario di atti intorno a questo negozio stà nell’ I. R. Biblioteca di Corte in Vienna {Brera. Prima Serie. Cod. 130). L’ isola fu restituita ai Ragusei, ma a condizioni durissime, e che poscia furono violate, giacché di nuove complicazioni in proposito fanno parola alcuni documenti nel Veneto Archivio (1Esp. Priuc. N. 66, 1662, Filza 65). Nella Marciana ci resta un Codice preziosissimo di lettere autografe del dotto raguseo Ab. Stefano Gradi, dirette al Cav.1' Proc.r Stefano Nani senator veneto, da maggio 1674 a luglio 1678, nelle quali si discorrono le contese agitatesi tra Venezia e Ragusa a quel tempo per la vendita di sali in Narenta, per 1’ arresto di bastimenti ragusei, per ommissione di saluti della fortezza, soliti a farsi ad ogni passaggio del Capitano in Golfo per quelle acque ecc. (MSS. Ital. Cl. Vili, n. 16). Altra e più grave insorgenza tra le due Repubbliche ebbe luogo nel 1752. I Ragusei applicatisi a far rifiorire le risorse commerciali una volta godute, appongono a’ Veneti ogni cagione della loro miseria, e quindi reclamano alla Porta contro di questi per taglio arbitrario di boscaglie sulle lor terre, e per 1’ eccedenza di esazioni, che i veneti legni armati levavano alle navi ragusee. Venezia cerca ogni modo di levare ogni ulteriore motivo a lagnanze di tal genere. Alessandro Duodo va inquisitore a Curzola (settembre 1752). Il Capitano in golfo Querini, deposto dal suo carico, è tratto in custodia al Lido, poscia assolto a base del processo formato da venticinque deputati a tal uopo dal Senato (22 agosto 1763). Intanto in Bossina dinanzi il Bassà Turco 1’ inviato veneto Zanoni tratta col raguseo Sorga la questione del transito, che viene definita mediante Kozzetto (16 luglio 1754), per cui i Ragusei, sciolti da ogni gravezza di transito sul mare, si obbligano di consegnare mediante ambasciatori ogni terzo anno al Capitano veneto in golfo un bacile d’ argento del valore di 20 zecchini veneti, a compenso di que’ diritti di transito, che corrispondevano i Ragusei a Venezia « da tempi immemorabili fino al presente anno » (Archivio Veneto, Senato, Rettori, Filza 708). Concluderemo. Venezia cadde, oppressa dalla piena irrompente delle idee e delle armi sfrenate francesi, e Ragusa a sua volta la seguiva su tal via per cause se non del tutto uguali, almeno non molto diverse. Reca non poca luce sulle condizioni, in cui si trovò Ragusa negli ultimi anni di sua esistenza repubblicana un carteg-