71 dell’ esito, mentre 1’ idea di trovarsi poi la merce colà incatenata, o di uscire solo con gravezze, l’allontana. « Il dazio d’ingresso che grava la merce che si vende nella città stessa è giusto, ed infine alla merce di traffico (consumo) si può dar legge, ma quella del commercio vuol libertà. » « In tre parole : un dacio solo e sia dacio d’ingresso, così per via di mare come di terra e di fontico, che serva ad assicurare il consumo della città e dello Stato. * Le merci eh’ escono dalla Dominante sortiscano da per tutto interamente esenti anco fuori dello Stato, ma quelle nate e fabbricate fuori eh’ entrassero d’ altra parte nella città o nelle terre suddite, siano gravate d’un quaranta per cento. Una seconda cosa sopra ogni credere importante è che vi sia un magistrato solo dove si abbia a conteggiare, a pagare e spedire le mercanzie, per chè la molteplicità de’ ministri sparsi in tanti luoghi, è un aggravio che pesa ben più assai che non pesano gli stessi dazi. « In somma 1’ uscita vuol esser libera ed esente, senza che bisogno vi sia nè di mandati, nè di bollette, che per quanto siano bollette donate, costano e tempo e danaro. « Una terza facilità è che alle merci straniere capitate per la via così di mare come di terra, e che dopo introdotte e pagato o prezzato il dacio d’ ingresso, non si fossero consumate nella città e nello Stato, e che volessero uscire per Stati alieni, si restituiscano quattro quinti del danaro che avessero esborsato per 1’ ingresso o si liberi la pieggiaria delli quattro quinti dell’ intiero dacio a cui fosse obbligata. Questa è una facilità importantissima per la quale s’invita il concorso alle merci d’ ogni nazione. A due cose dunque conviene aver