U7k LIBRO XXVIII, CAPO XLII. Non di meno quel malaugurato congresso ebbe otto sessioni ; tre delle quali solamente si tennero in Pisa. I cittadini di quella città guardavano i congregati, siccome scomunicati: particolarmente il clero della metropolitana n’era così preoccupato, che essendovisi recali processionalmente quei prelati, interdisse loro T ingresso al presbiterio e negò loro le sacre vestimenta per funzionarvi. Del che si lagnarono i vescovi presso la civile magistratura, eh’ era composta di fiorentini e che per non contraddire alla volontà del re di Francia comandò al capitolo di quei canonici, che sene concedesse loro l’accesso. E lo concesse il capitolo a patto di ritirarvisi esso quando queglino vi giungessero. Queste opposizioni, oltre ad un palese sentore di sommossa, che minacciava ancor più gravi disordini, costrinsero quei prelati a trasferirsi a Milano, per continuare colà le loro sessioni sotto la tutela del dominio francese. Vi si radunarono altre cinque volte : ma senza poter mai guadagnare tampoco nella pubblica opinione. In fine, dopo di avere pronunzialo la sospensione contro il papa Giulio, furono costretti a fuggire da Milano, perchè Milano era stala ritolta ai francesi. Eglino allora si ricoverarono in Asti e poscia in Lione, continuando ad intitolare la loro adunanza concilio ecumenico, piuttosto per vergogna di perderne il nome così prestamente, di quello che per desiderio di moltiplicarne 1’ impresa. Durò quel conciliabolo dal suo incominciamenlo in Pisa sino al suo termine in Lione dal dì 1 novembre 1511 sino al 21 aprile 1512. Nel qual progresso di tempo il papa, opponendo concilio a concilio, convocò il suo, veramente ecumenico, in Roma in san Giovanni Laterano, invitandovi pel giorno 19 aprile 1512 tutti i vescovi della cristianità, sotto pena d’essere privali della loro dignità e del benefizio. La bolla, che lo intimava, era del giorno 18 luglio 1511. Dopo la quale, con altra bolla, scrina contro i cardinali Brisonnet, Borgia, Carvajal e gli altri meno famosi, gli avvertì, che se nel termine di sessantacinque giorni non si fossero