ANNO 1510. 119 immaginarlo che dirlo. Piansero, supplicarono, e con lamenti ed urli e grida implorarono la misericordia del vincitore: ma indarno, che anzi lo stesso uditore, il quale aveva parlato in nome di lui, li rimproverò acerbamente con parole più inumane e più barbare delle prime (1). Se non che, il generale Ciamonte si adoperò a confortarli e ad esortarli a sottomettersi liberamente alla volontà del principe, per non accrescerne il furore e per indurlo così a sentimenti meno severi. Ne seguirono perciò il suggerimento ; ed allora lo stesso Ciamonte interpose le sue preghiere per loro, ed ottenne alla fine, che Anault promettesse loro la salute delle persone, restando all’ arbitrio suo le sostanze. Ma di queste assai poche trovarono i vincitori, perciocché la città era quasi rimasta vuota di persone e di robe. Molti infatti della città e del contado s’ erano ridotti, col meglio delle loro sostanze, entro a due caverne di un monte, non lungi da Vicenza; le quali caverne si nominavano Grotta di Musano (2). Ivi riputavansi eglino in sicuro, atteso la fortezza del luogo e la difficoltà dell’ entrarvi. Ma tostochè i tedeschi n’ ebbero notizia, vi si recarono per farn^ preda. Diedero 1’ assalto alla caverna maggiore, ma senza frutto ; soffersero anzi non lieve danno essi medesimi. Andarono perciò alla minore : nè potendola sforzare altri-mente, vi accesero sull’ ingresso un gran fuoco; sicché per la forza del fumo vi rimasero soffocati quanti vi si erano ricoverati. « È » fama, scrive il Guicciardini, morissero più di mille persone. » CAPO XXXIII. I francesi prendono Legnago : i tedeschi Monselice. Parve al generale Ciamonte, che successi così prosperi delle armi sue ne dovessero, quasi di necessità, condur seco molti altri (i) Ved. il Guicciardini, Iuog. cit. labirinto, e uarra, essere state anticamente (a) Ne fa la descrizione il Bembo, lib.X, il luogo, ore si «cavavano sassi per uso di « lt dice formate di molti volti a guisa di fabbricare. voi. vii. 57