G LIBRO XXV, CAPO f. confinanti con quelli della repubblica, non essere con giustizia equilibrate le reciproche convenienze ; essere anzi troppo dure le leggi imposte a lui dagli antichi trattali, e troppo larghi i privilegi dei veneziani persino Ira gli stali di lui. Imperciocché i suoi sudditi non potevano fare il sale nel suo territorio, ma lo dovevano comperare a Venezia; mentre i veneziani all’ incontro godevano in Ferrara, tra le altre molte franchigie, il diritto di non conoscere, neppure nelle cause loro coi cittadini del luogo, verun altro giudice fuorché il visdomino ossia il console della loro repubblica (I). Ferdinando adunque si die’ a stimolare il genero, perché scuotesse un giogo cosi umiliante; ed Ercole non fu tardo ad accoglierne le istigazioni. Anzi, confidalo nell’ ajulo del suocero, fece incominciare alcuni lavori nelle sue vecchie saline di Cornacchia, ed aggravò di qualche gabella il traffico dei veneziani. Questi, com’ è ben naturale, se ne lagnarono; ma il duca estense non diede reità ai loro lamenti. Corsero perciò più giorni di scambievole carteggio, sostenuto dall’ una parte e dall’ altra con asprezza ed ostinazione. Accadde in questo framezzo, che un prete ferrarese debitore verso di un mercatante veneziano, fosse citato al tribunale del visdomino. Ne copriva allora 1’ ufficio Gian-Vittore Contarmi, il quale lo condannò al pagamento. Ma, la sentenza non potè avere il suo cITello, perchè il vicario del vescovo vi si oppose, solto il pretesto, che la causa di un ecclesiastico non poteva essere portala dinanzi ad un giudice secolare, mollo meno poi dinanzi a un giudice forestiero : quindi chiamolla a sé. ìNon fece il Contarmi ve» run conto di siffatta opposizione: anzi ordinò 1’ arresto del prete, finché avesse pagalo il suo debito : e lo fece di fatto carcerare. Il vicario vescovile gl’ intimò tosto di lasciarlo in libertà. Se ne rifiutò il visdomino, ed il vicario lo scomunicò. Gian-Viltore Contarmi, * (i) Di liilti questi trattali, che appartengono agli anni i 191, iso3, ia^o, ho parlato ili voli* in volta che me nc venue l’occasione.