anno 1513. 513 col vescovo di Gurck, venne ad accamparsi alla Battaglia, luogo discosto tre miglia da Monselice ed otto da Padova. Tenne consiglio di guerra, per deliberare sulle mosse da farsi, e parve a tutti miglior consiglio 1’ assediare questa città, perciocché, vinta essa, non sarebbe rimasta ai veneziani che la sola Trevigi, la quale non avrebbe potuto sostenersi lungamente. Padova era presidiata da numerose milizie: il d’ Alviano vi aveva spedito molla artiglieria e tutti i suoi grossi bagagli, per regolare più comodamente le sue mosse, a tenore che avesse veduto quelle dei nemici. Tostochè seppe con certezza, essere stato deciso da loro 1’ assedio di questa città, diede ordine al Baglione di entrare in Trevigi con duemila cinquecento fanti e con quattro-cento cavalli ; ed egli stesso col resto della sua armata si chiuse in Padova. Molti nobili e cittadini veneziani, animati dall’ esempio e dalle esortazioni di Andrea Gritti, vi si erano recati anch' essi per dare ajuto all’ esercito in qualità di volontarii. 11 d’ Alviano aveva avuto la precauzione di far abbattere i borghi, gli alberi e le case tutto all" intorno della città, acciocché i nemici non si potessero avvicinare alla coperta. Dopo 1’ ultimo assedio, di cui 1’ imperatore Massimiliano, sebbene inutilmente, 1’ aveva cinta, era stata la città notevolmente fortificata di bastioni, di fosse e di ogni più opportuno presidio ; era fornita abbonde-volmente di munizioni e di viveri; tutto il suo terrapieno era difeso da grossi cannoni. L'esercito dei confederati si avvicinò vieppiù alla città : venne ad accamparsi sulla riva destra del Bacchiglione a due sole miglia da Padova. Era composto di ottomila fanti e di mille cavalli, all’incirca. Gravi difficoltà incontrò esso appena vi giunse: imperciocché né poteva piantare punti di offesa su quella spianala, nè trovava lavoratori, che cooperassero alle opere necessarie per apparecchiare un assedio regolare, nè la solidità del suolo paludoso e quindi insalubre acconsentiva ad una militare dimora. Perciò i comandanti dovettero ricorrere all’espediente delle trinciere, entro cui vol. vii. 65