anno 1499. 225 ferocemente sino a Cordignano, eh’ è Ira Serravalla e Sacile. E dopo aver fallo grande raccolta di boltino e di prigionieri, ritornarono verso il Lisonzo, donde si restituirono alla Bosnia (1). Nè conienti di questi danni recati al paese, anzi da questi incoraggiati vieppiù, dopo la conquista di Lepanto, fecero nuovo impeto e nuove scorrerie in questa medesima provincia, sotto la condotta di Sichèm pascià. Infatti, passatoli Lisonzo, si accamparono similmente sotto la fortezza di Gradisca, infierirono su di quella contrada così barbaramente, che, prima di ritornare nella Bosnia, scannarono sulle rive del Tagliamcnto due mila prigionieri, eh’erano stati il frutto di quella incursione.Anzi.se vogliamo credere al Veri, le vittime ascesero a quattro mila. Di tutte queste sciagure fu incolpalo Antonio Zancani, il quale essendo comandante della fortezza di Gradisca, persistette ostinatamente nel proibire, che i soldati della guarnigione facessero una sortita, per cui, secoudo l’uniforme parere di tutti gli ufficiali, sarebbesi o cangiata la sorte delle armi od almeno non sarebbe stata cotanto dannosa la scorreria. Le lagrime dei popoli, la devastazione dei territorii, gl’incen-dii, le rapine, le morti, commossero la pietà del senato a procedere contro lo Zancani imputato di negligenza o di poco zelo. Ma non mancò tra queir adunanza chi lo difendesse ed attribuisse piuttosto a lodevole prudenza il contegno di lui, per non arrischiare lutto ad un punto la sorle di tanti sudditi. Perciò fu posta parie, ch’egli avesse a continuare nel suo uffizio. Contro la quale, altra ne poneva Francesco Bolan:, capo della Quarantia criminale, che lo Zancani dovesse nelle carceri render conto del suo operato. Questa proposizione prevalse : piacque anzi alla generalità sì fattamente che nel giorno, in cui suolsi pronunziare 1’ approvazione di sessanta senatori, che devono formare 1’ Aggiunta del senato, (i) Estesamente descrisse i danni di queste scorrerie il Palladio, nella sua Stor. del Friuli, lib. II della II parte.