La notte '57 che si erano congelate al Duca nello stesso incidente. Anzi, per evitare il peggio, bisognò decidere la dolorosa amputazione delle falangi tumefatte. Fu alla fine del gennaio 1900. Cagni teneva stretto il braccio del Principe, « ma sebbene operazioni ne abbia viste più d’una, ad un certo punto sudavo freddo e mi sentivo quasi venir meno. L’operazione durò ventìcinque minuti. Il Principe si portò molto bene: non disse un “ahi”. Sentivo che tremava e gli facevo bagnar le tempie con acqua da Querini. Egli disse che sofferse solamente quando gli cucirono la pelle. Ma 10 soffersi sempre e non credevo di poter arrivare alla fine ». Vi fu anche una effusione del sangue del Duca sulla mano con la quale Cagni lo teneva; fatto assai pericoloso perché quel sangue era gravemente infetto. La minorazione fisica subita costrinse il Principe a considerare la nuova situazione per lui tanto dura, ed a piegarsi alla fatale rinuncia al comando della marcia con le slitte che doveva iniziarsi fra poco. Terribile rinuncia per 11 suo animo ambizioso di vittoria, dopo tanti sacrifici sopportati solo per quello scopo. Eppure non avrebbe potuto insistere senza compromettere quel successo in cui si poteva ancora sperare. Si risolse e cedette il comando della carovana al suo secondo, lasciando a Cagni la più ampia libertà nei preparativi per evitare ogni eventuale contrasto di criteri circa la formazione delle pattuglie, l’allenamento dei cani e il carico delle slitte. Cagni si assunse la suprema responsabilità con assoluta fiducia in se stesso. Ammirò la forza d’animo del Duca il quale, a sua volta, riteneva che non avrebbe potuto affidare la spedizione « ad un capo che possedesse maggiore energia, attività, facilità di risorse, resistenza fisica e morale ». Nel frattempo avevano festeggiato Natale e Capodanno; furono distribuiti i regali della Duchessa d’Aosta e della principessa Letizia; poi furono sparati alcuni colpi col cannoncino di bordo. Col rimbombo che squarciò il silenzio della baia salirono contro la cappa nera del cielo verso le frange iridate dell’aurora boreale razzi multicolori di fuochi artificiali. Dopo quella gala improvvisa e crepitante, buio