FRA SOVRANO E SUDDITI 183 Una certa etichetta è stata introdotta a Corte in questi ultimi anni, specialmente dopo il con- gresso di Berlino. Ma a che cosa serve l’etichetta in un paese dove, malgrado tanta cortese e ge- niale famigliarità, tutti conservano istintivamente il proprio posto? Generalmente si va in giubba e decorazioni a palazzo quando si è ricevuti dal Principe, ma spesso, appunto per evitare al fore- stiere la noia di mutare il vestito, egli riceve al- l’aria aperta, vicino alla chiesa, e manda a prendere da un momento all’altro, per mezzo di un suo aiutante, chi ha chiesto l’udienza, facendogli dire di andar subito così come si trova. La prima volta che ho avuto l’onore di par- lare con Sua Altezza il principe Nicola sono stato ricevuto anch’io su quel piccolo piazzale. Stava assistendo a una partita di lawn tennis, quando un aiutante di campo venne a prendermi e, passando attraverso il giardino che unisce la palazzina del principe Danilo con quella del Principe regnante, mi condusse avanti a lui. Il Principe era entrato in chiesa solo : otto o dieci perianizi in rango, facendo fronte all’ingresso del piccolo tempio, stavano in atteggiamento di preghiera. Qualche minuto dopo il Principe uscì: sulla soglia si fece il segno della croce ri- volgendosi verso l’altare; quindi, fatto cenno al- l’aiutante di campo di avvicinarsi con me, mi