464 LIBRO XXVIII, CAPO XXXVIII. altro di muoversi, « si lamentò con tutti i principi cristiani, sono » parole del Guicciardini (1), che il re di Francia usando ingiu-» stamente e contro alla verità dei fatti, il titolo e il nome di Cri-» svanissimo, sprezzando ancora la confederazione con tante solen-» nità fatta a Cambrai, mosso da ambizione di occupare Italia, da » sete scellerata del sangue del pontefice romano aveva mandato » 1’ esercito ad assediarlo con lutto il collegio dei cardinali e con » tutti i prelati in Bologna. » E dopo fatta questa protesta, fattosi vieppiù coraggioso, per la prosperità degli eventi negò agli ambasciatori francesi, i quali seguitando i ragionamenti cominciati con Ciamonte gli parlavano della concordia, di volere udire più cosa alcuna, se prima non gli era data Ferrara. Ed insistendo nella sua primitiva risoluzione, ordinò nuovi ingaggi di truppe, e stimolò i veneziani a mandare una porzione delle loro genti sopra Modena, ed a congiungere alle sue il rimanente, per muovere nel tempo medesimo sopra Ferrara; acciocché, molestato da due parli, il duca di Ferrara fosse costretto a cedere finalmente. Era il mese di dicembre. Indarno i veneziani, che vedevano il papa mal concio delia salute e vicino quasi al suo termine, lo esortavano a differire a migliore stagione quell’impresa. Egli volle, eh’ essa ben tosto sJ incominciasse coll’ impadronirsi della Mirandola, per assicurare la comunicazione di Modena con Tarmata. Le truppe veneziane e le pontificie vi si accinsero adunque : nel loro cammino presero d' assalto Concordia ; e poi dirigendosi verso la Mirandola presero altresì il castello di san Felice. L’inverno in quell’anno era rigidissimo, e le difficoltà erano gravissime, massime per Io trasporlo dei convogli dei viveri ; perciocché da una parte i francesi occupavano Guastalla, Correggio e Carpi, e dall’ altra il duca di Ferrara, accampalo Ira i due rami del Po, faceva battere continuamente la campagna dalle sue genti. Tra Concordia e la Mirandola crasi fermalo il papa nel castello (i) Lib. IX..