438 LIBRO XXVIII, CAPO XXXVI. I decisi ed intimali poscia al pontefice, riducevansi agli otto seguenti : — I. Può egli un papa conscienziosamente dichiarare la guerra, far raccolta di truppe, mantenerle, mandarle a guerra, allorché non si tratti né di religione né del dominio ecclesiastico V —Rispondeva il conciliabolo, non poterlo il papa nè doverlo. II. Può un principe, il quale difende da un papa la propria persona e i proprii stati, respingere colla forza la forza ? Può impadronirsi ben anche delle terre della Chiesa, non per tenerle, ma per togliere al suo nemico la via di nuocergli ? — E i vescovi risposero, che lo può; purché dopo averle conquistate non ritenga per sé quelle terre. III. Quando un papa perseguita per odio uif principe, può questo principe sottrarsi dall’obbedienza al pontefice? — Risposero i congregati, che lo può in quanto solamente convenga alla difesa dei suoi temporali diritti. IV. Sottratto, che se ne sia questo principe, come dev’egli contenersi nelle cose di religione? Come debbono contenersi i suoi sudditi nei casi, in cui fia d’ uopo ricorrere alla santa sede ? —• Pronunziò la radunanza, doversi attenere alla prammatica sanzione di Carlo VIII. V. Può un principe cristiano assumere la difesa di un altro principe cristiano, suo allealo, in una causa contro il papa ? — Rispose T assemblea, che lo può. VI. Se il papa accampasse diritti sopra i dominii di un principe, il quale domanda, che le differenze siano poste in mano di giudici arbitri, può il papa muovergli guerra legittimamente ? Può questo principe aggresso far resistenza? Possono i suoi alleati soccorrerlo? — Fu deciso, la difesa e gli ajuti essere legittimi. VII. Se il papa sentenzia contro un principe, che si rimette alla decisione di giudici arbitri, deve questo principe obbedire, anche se andando a Roma non fosse sicuro? — Dichiararono, non esserne obbligato.