anno 1504. 279 nulla aveva detto intorno alle sue pretensioni del diritto su quelle città. II quale silenzio fu in sulle prime attribuito a buone disposizioni del papa intorno a questo argomento. Ma la realtà de' suoi disegni era apparsa palesemente quando, poco dopo, aveva invialo a Venezia, in qualità di suo legalo, il già ricordato di sopra Angelo Leonini, vescovo di Tivoli, per esortare il senato alla restituzione delle due città suindicate. L’ affare fu preso ad esame, e dopo maturo consiglio e lunghe discussioni fu stabilito di risp^dere al papa:— * Che il senato vedeva con dolore sua santità disposta a privarlo della sua benevolenza per una causa poco legittima ; eh’ era noto a tutto il mondo, avere la repubblica giustamente acquistato il dominio di Rimini e di Faenza ; eh' ella non ricusava di pagare alla Camera apostolica il consueto tributo, conservandosi il vicariato delle due città ; e che al più non trascurerebbe giammai veruna occasione di cooperare alla difesa ed all’ ingrandimento del temporale dominio della Chiesa, ogni qual volta avesse potuto farlo senza pregiudizio della propria dignità.»— E ben naturale, che questa risposta non potesse piacere al papa : egli se ne sdegnò gravemente, e dichiarò all' ambasciatore ordinario Antonio Giustiniano, che se le forze della Chiesa non erano bastanti a fiaccare 1' orgoglio della prepotente repubblica, egli avrebbe chiamato in suo ajulo tutte le potenze dell’Europa. Nè già fu questa una minaccia di parole: Giulio II venne ben presto ai fatli. Mandò i suoi nunzi al re di Francia e all’imperatore, per formare con essi la progettata alleanza. Luigi XII, che indarno aveva maneggiato un accordo col re di Spagna per il regno di Napoli, era allora in trattato coll’ imperatore Massimiliano per concertare il matrimonio di sua figlia Claudia con Carlo di Luxemburgo. Il papa approfittò della circostanza per impegnare ambidue questi principi a muover guerra ai veneziani, perciocché entrambi avevano dei pretesti di querela contro di essi. Luigi era malcontento del loro contegno equivoco nell’ ultima guerra di Napoli, ned erasi lascialo sfuggire dalla mente il pensiero di togliere