284 LIBRO XXVII, CAPO XXXVI. pensiero di tentare un’impresa in Italia,per togliere al re di Francia il ducato di Milano. La repubblica di Venezia, in mezzo a così gravi emergenze mostravasi irresoluta ; ad onta di sì replicati tentativi dei due sovrani, che ne cercavano a vicenda amicizia, perciocché ben eglino s’ accorgevano essere della massima importanza per gli affari d’Italia la cooperazione di lei. La sua incertezza avea ben ragionevole fondamento nella poca lealtà, che appariva nella condotta del re Luigi XII, particolarmente dopo la notizia avuta della lega conchiusa da lui coll’ imperatore Massimiliano e col papa. CAPO XXXVI. Dispute tenute in Senato su questo argomento. L’ affare fu lungamente discusso in senato ed csitavasi nel-1’ ambiguità a quale dei due partiti si dovesse aderire. Dopo mature deliberazioni, conoscendosi dall’ una parte, che T imperatore nutriva da gran tempo il pensiero di spogliare la repubblica di tutti gli stali, eh’ ella possedeva nella terraferma, sotto il pretesto, eh’ erano essi appartenenti all’ impero ed al suo casato, e dubitandosi dall’ altra della lealtà del re di Francia, fu deciso di concedere a Massimiliano il passaggio, purché venisse in Italia senza ese rcito, e di rifiutarsi dal formare una nuova alleanza con Lui-g i XII, perciocché tuttora ne sussisteva 1’ antica. Parlarono in questa occasione Nicolò Foscarini ed Andrea Gritti, i cui discorsi ci furono conservati dagli storici contemporanei (1). « Noi non possiamo, diceva il primo, nè procurare la » pace nè conservare la neutralità. Ricusare il passaggio all’ impe-» ratore, è un muovergli guerra; l'accordarglielo, è un introdurre (>) A.ndrea Morosini, Stor. della lega di Cambrai, lib. I.