II LA BESTIA TRIONFANTE Quasi contemporaneamente Ferri mosse un nuovo attacco sempre sul terreno dell’amministrazione marinara. Sull’ Avanti ! del 4 luglio 1903 pubblicò una lettera firmata « un militare di marina » datata dalla Spezia e contenente una serie di accuse contro ufficiali e fornitori definiti «succhioni del pubblico denaro a danno dei contribuenti ». Alcuni periodi di quella lettera colpivano direttamente il corpo degli ufficiali accusandolo di complicità in « mangerie » con l’impresa che aveva l’appalto della fornitura dei viveri. Si diceva, fra l’altro, che « a bordo di ogni nave vi è un commesso che è il rappresentante dell’impresa viveri, e riceve dallo Stato una certa paga. Questa paga non è mai ritirata dal commesso; la intascano sempre il commissario di bordo e il comandante in seconda, e la spiegazione è ovvia. Tutti però vedono che i commessi di bordo arricchiscono in breve ». Aggiungeva che quando i marinai erano in licenza breve si continuava a farli figurare presenti e l’importo corrispettivo alla loro razione viveri andava sistematicamente diviso fra l'impresa ed i vari ufficiali preposti all’amministrazione e alla direzione del personale. La lettera accusatrice aggiungeva che altri gravi abusi erano consueti sulle forniture del carbone e di tutti i generi di consumo di bordo. L’attacco colpiva in pieno tutti gli ufficiali di coperta e di macchina delle navi presenti in porto. Cagni reagì all’insulto; non abituato al frequente, volgare gioco offensivo del costume politico del tempo, il soldato duro ed onesto si eresse contro il politicante professore di diritto penale raccogliendo le adesioni dei colleghi per una querela collettiva che portò la firma di trentacinque ufficiali, comandanti, comandanti in seconda, capi macchinisti e commissari.