452	LIBRO XXVIII, CAPO XXXIII.
abbandonalo ie armi e i bagagli. Rimaneva ancora da superare la rocca. Né furono distrutte il dì seguente a furia di artiglieria le opere di difesa, ed erasi già incominciato a tagliare al basso con i picconi un angolo del torrione, col progetto di appiccarvi poscia il fuoco. Ma i ricoverati, vedendo imminente 1’ estrema loro rovina, capitolarono a paltò, che la nobiltà rimanesse prigioniera di guerra, e che i soldati, lasciate le armi, se ne partissero salvi. Ciamonte lasciò a guardia di Legnago cento lancie e mille uomini d’infanteria.
    All’annunzio di così grave disastro, le genti veneziane, che s’ erano accampate alle Brentelle (1), non riputandosi più in salvo neppure colà, andarono a chiudersi in Padova. Era il dì 28 giugno 1510. La quale determinazione diede agio a Ciamonte ad unire il suo esercito colle truppe tedesche, le quali avevano bisogno di sostegno per accingersi a nuove imprese. Esse non di meno poterono impadronirsi di Monselice e di altri luoghi di quei dintorni ; nel mentre che altri corpi scorrevano ad assoggettare Cittadella e Marostica e Bassano. Considerevoli però ne furono le perdite, perciocché trovavano ad ogni passo da affrontare le popolazioni, che raccolte in massa cercavano d’impedire i loro progressi. Tanta infatti era 1’ affezione che quei villani portavano alla repubblica di Venezia, che persino fatti prigionieri preferivano di morire, piuttostochè rinnegarla o bestemmiarla (2). Al quale proposito scrive il Macchiavello, che allora trovavasi a Verona in qualità di ambasciatore della repubblica di Firenze: « I francesi attendono » a rubare il paese e saccheggiarlo, e vedesi e sentisi della loro » crudeltà cose mirabili senza esempio ; di modo che negli animi » di questi contadini è entrato un desiderio di morire e vendicarsi, » che sono diventati più ostinati e arrabbiati contro a’ nemici dei » veneziani, che non erano i giudei contro a’ romani ; e tutto dì
   (j) Ved. ciò, chc ne ho detto di sopra, (2) Vcd. il Guicciardiui,lib. IX, cap. lincili pag. 443.