ANNO 1510. 151 percliè molli furouo uccisi, molli annegati nel ripassare l’Adige. Porlo fu così dei francesi, e perciò Ciamonte vi si trasferì subilo ad alloggiare col suo esercito. Quindi con sollecitudine diede mano ad assicurarsi ed a far cangiare condizione a quel suolo. Fece condurre le artiglierie grosse in mezzo alle acque dove la solidità del terreno le poteva sostenere, e intanto la notte stessa fece chiudere dai suoi guasta-tori il taglio, che portava a quella parte le acque del fiume. Esaminò poscia qual fosse il punto migliore per attaccare Legnago. Conobbe non poterlo essere il lato di Porto, perchè 1’ ampiezza e la profondità del fiume lo rendevano inespugnabile da quel lato. Ordinò adunque, che si gettasse un ponte di barche, per farvi passare al di là le artiglierie e la miglior parte dell’esercito ; ma poiché le barche, cui seco aveva, non erano bastanti a formarlo, fece tragittare di là per mezzo delle barche stesse il capitano Molardo, con quattro mila fanti guasconi e coi sei pezzi di artiglieria. Eseguito felicemente il qual tragitto, diede principio subito alle offese contro il bastione, che sorgeva sull’argine alla punta di terra sporgente in fuori dal lato superiore. In breve tempo ne fu abbattuta una parte considerevole; cosicché Carlo Maino, governatore del luogo in nome della repubblica, più temendo pei danni, che vi recavano i nemici, di quello che sperasse nella difesa delle sue genti, in quella notte medesima si ritirò nella rocca in compagnia di alcuni altri nobili veneziani, che si trovarono colà. Tostochè nell'indomani il capitano della fanteria veneziana, che presidiava il bastione, ebbe notizia di questa ritirata del governatore, si rese al comandante francese, a condizione, che si rispettassero le vite e gli averi. La condizione poi non fu osservala; perchè, uscitovi co' suoi, furono svaligiati dalle genti del Molardo. La resa di quel baloardo portò con sé la caduta eziandio di Legnago. Vi entrarono i vincitori e ne posero a sacco tutto quanto il paese. Il presidio veneziano, che guardava l’altro bastione sull’opposta estremità della terra, fuggì framezzo alle paludi, avendo