14 i.iimo xxv, capo v. (lai legni veneti, e nuotando sott’ acqua si accostò alle corde, che tenevano fermo uno de' bastioni e le tagliò. Allora il bastione, discendendo dietro il corso delle acque, divenne preda dei nostri. L’ Estense e il lìentivoglio, acciocché non accadesse similmente dell’ altro, vi appiccarono il fuoco. Ma, non avendolo fatto colle dovute cautele, il fuoco incendiò la polvere da munizione prima che giungessero in salvo i soldati, che Io presidiavano ; per cui questi saltarono in aria, o seppure taluni poterono cercare salvezza nuotando, non giunsero a guadagnare la riva, perchè gli schiavoni a furia di freccie li uccidevano. Del che lagnossi il Ben-tivoglio presso il comandante veneziano, dimostrando, un tal atto essere contrario al gius delle genti ed essere piuttosto degno dei popoli barbari o incolti : ma il comandante si giustificò dicendo, eh’ erano gente avvezza a far guerra contro i turchi. Aperta così la via, la flotta veneziana favorita dal vento, salì facilmente sino a Francolino, ove s’ erano ridotti i ferraresi, la cui città rimaneva allora esposta ad ogni pericolo di sorpresa nemica, a cagione della vicinanza (li poche miglia che vi sono per arrivarvi. Si sparse perciò il terrore in lutti gli abitatori suoi, dei quali alcuni spaventati fuggirono, altri disperali si posero in arme. Scendevano a terra di quando in quando gli schiavoni a saccheggiare i luoghi circonvicini, ma i villani allruppati li respingevano. Alla fine, tagliato colà il destro argine del fiume ed inondato il Polesine di Ferrara, la flolla proseguì il suo cammino contro la corrente, e giunse il dì 10 a un miglio di distanza da Ficarolo, tuttoché tormentata da spingarde e da passavolanti, che le si scaricavano addosso da un bastione non ancora terminato sulla riva del Ponte di Lagoscuro. Da questo luogo sino a Ravale ne difendeva la riviera ¡Nicolò da Correggio, e con frequenti zuffe valorosamente impediva ai veneti lo sbarco e il saccheggio del Polesine di Casaglia. Nè potè inoltrarsi di più la flótta veneziana, perchè il duca di Urbino, appostalo alla Stellata, la teneva indietro eolie sue artiglierie.