8 LIBltO XXV, CAPO III. con albagia la proposizione; ed in seguilo fu loro imposto di ritirarsi. C A P 0 li. Il papa favorisce le ragioni dei veneziani. Era ben naturale, che il contegno dei rappresentanti del duca Ercole avesse ad aizzare vieppiù lo sdegno della repubblica a pretenderne soddisfazione. Tuttavia, per assicurarsi delia protezione del pontefice Sisto IV, i veneziani cercarono di scandagliarne le intenzioni ; e per averlo più propizio alla loro causa accarezzarono destramente il conte d’Iinola, nipote di lui, il quale aveva dimoralo sci mesi in Venezia ed era stalo ascritto alla nobiltà del Maggior Consiglio; e se ’I guadagnarono per guisa, che sebbene il duca di Ferrara fosse il primo dei vassalli ponlificii, e sebbene il fallo, che aveva dato motivo a questo disgusto, fosse giustificato abbastanza dalle canoniche leggi; pure, appena l’ambasciatore dimorante in Roma gli e ne porlo le lagnanze, dichiarossi disposto a favorire le intenzioni della repubblica ; 1’ esortò anzi ad intraprendere la guerra contro il duca Ercole, promettendo di prestarle anch’ egli soccorso. Animali dalla pontificia esortazione e dalla conseguente promessa, i veneziani non pensarono ad altro che a prepararsi alla guerra. CAPO HI. Disposizioni militari per la guerra. Descrisse diligentemente la storia di questa guerra il celebre cronista veneziano Marin Sanudo, facendone soggetto di particolare lavoro, cui intitolò allo stesso doge Giovanni Mocenigo, sotto il cui principato crasi appunto combattuta. 11 Sanudo perciò