anno 1ì|99. 215 dei veneziani col re di Francia a danno della sua sovranità di Milano, il re di Napoli, che da quella lega prevedeva* gravissime conseguenze a proprio discapito, e i fiorentini, che vi avevano mandalo perciò appunto un loro ambasciatore. Malgrado tuttociò, il sultano finse di volere la riconciliazione, condiscese a rinnovare la tregua, ed in segno evidente delle pacifiche sue intenzioni, ne consegnò all’ ambasciatore veneziano 1’ alto autentico, esteso in lingua Ialina. E da sapersi ; secondochè aveva potuto penetrare l’ambasciatore ordinario, residente in Costantinopoli, Andrea Grilli, per l’esperienza di molti anni di maneggio degli affari presso a quella corte; essere opinione dei turchi, che qualsiasi contrailo, il quale non sia scritto in lingua turca, non abbia veruna forza a tenerli obbligati all’adempimento dei patti nel medesimo espressi. L’ambasciatore ne diede avviso immediatamente al senato, acciocché se ne guardasse e non se ne fidasse : e di fatto si tenne per fermo in Venezia, che il sultano per quella via volesse ingannare. Ned era falso il sospetto, perchè vi fu campo a scoprire di poi, che questo era stato un raggiro inventalo e proposto dallo Sforza e dai fiorentini, coll’ intelligenza del papa, dell’ imperatore Massimiliano e del re di Napoli ; affinchè i veneziani, appoggiati ad una falsa sicurezza, si trovassero poi sprovveduti allorché i turchi avessero comincialo contro di loro le ostilità. Ma il senato non vi dormi sopra, nè lasciò sortire il suo effetto al suggerimento dei suoi nemici. Si diede con tutta sollecitudine a porsi sulle difese ed a preparare una vigorosissina resistenza alle militari intenzioni di Bajazet. Furono allestite in brevissimo tempo navi e galere; furono comandate sollecite leve di soldati e di marinari in lutti i luoghi del veneziano dominio ; fu destinato comandante generale dell’armata Antonio Grimani, il quale per sentimento di affezione alla patria, oppressa dalla gravità delle spese, sborsò del suo una somma di ottomila ducati da impiegarsi in paghe alle ciurme. Elesse poscia il senato un provveditore per