492 LIBRO XXVIII, CAP. L. » dice clic sono della Chiesa, e ciò fa perchè intende a maritare la • sua nipote al duca Lodovico. Vuole eziandio aver Ferrara e » Modena per lui, e si è già pigliato Reggio (1). » Fautore ed esecutore dei disegni di Giulio li, operava con gran calore il cardinale Sedunense, eli’ era il generale degli svizzeri e che portava il titolo di legato pontificio nell’ esercito. Questi conduceva seco a Milano per investire della sovranità su quel ducato il giovine Massimiliano Sforza, il quale durante la cattività di suo padre era andato divagando per la Germania. Ma ben diverse da queste del papa erano le intenzioni dei confederali. Imperciocché il re di Spagna, d’ accordo coll’imperatore, avrebbe voluto dare il ducato di Milano al giovine principe Carlo, ch’era il loro erede; ma non conveniva né al papa, né ai veneziani, nè agli svizzeri il lasciar regnare in Milano un principe, che un giorno sarebbe stato il più potente dell’Europa per la unione dei due stati di Austria e di Aragona. Tutlavolta acconsentirono che vi fosse collocato Massimiliano Sforza, perchè i popoli lo desideravano, memori dell’ affetto, che avevano avuto verso il loro precedente padrone Lodovico. L’imperatore combinando poi nell’opinione cogli svizzeri e coi veneziani, voleva, che si riunissero di bel nuovo gli stali, già smembrati dal ducato milanese. Ed insisteva inoltre in volere, che i veneziani restituissero a lui tutte le piazze, eh’ erano state già dell’ impero e della casa d’ Austria, e particolarmente Vicenza. Ma il senato costantemente respingeva queste sue proposizioni, perciocché riputavate ingiuste e vergognose. A tuttociò aggiungevasi, che il papa voleva ristabilire in Firenze il dominio della famiglia de’Medici, e che per effettuarne il progetto operò di concerto cogli spagnuoli : fece sorprendere la città di Prato, la vinse e tutto allora cedé ai suoi voleri. Anche gli svizzeri portavano in campo le loro pretensioni. (i) Nella Raccolta delle lettere di Luigi X//, tom. ITI, pag, 289,