anso 1482. 21 » il popolo stava ammirato, aspettando di vedere. Quando un gior-» no essendo tutti adunati alla predica, fece venir dodici confaloni • con le croci in cima, e quaranta santi, disposti secondo a lui » parve, ed egli venuto giù con questi, ed il popolo seguendolo, » arriva nel suo campo alla Stellata, dove voleva fare una predica » al signor Roberto. Ma il savio duca di Urbino deridendosi di tal » pazzia, mandollo indietro dicendo : 0 padre, li viniziani non sono » inspiritati. Dite a Madama, che abbisognano danari, buon padre, e » gente per discacciare li nemici. L' cremila si dipartì con quello » onore, che merita tal favola, e subito andò a Bologna. » L’assedio intanto di Ficarolo procedeva ferocemente; e quanto più i nemici si sforzavano di danneggiare la flotta veneziana col fuoco, che le scagliavano addosso dagli accampamenti della Stellata, tanto più con alacrità i veneziani lavoravano per farsene padroni. Infatti, dopo vigorosi attacchi ripetuti per tre giorni continui, l* ultimo di giugno la fortezza non potè più resistere e fu costretta a cedere. Sino all'ultimo momento combalterono con mara-viglioso ardore i difensori di essa; ma finalmente caddero prigionieri. Il comandante generale dei veneziani li trattò dolcemente ; lo che fu interpretato dal volgo, il quale suol giudicare dalle apparenze, come un indizio di tradimento (1). « Se ne incolparo-» no, dice il Frizzi, alcuni milanesi introdotti ultimamente per rin-» forzo nel castello, e 1’ opposizione ad un nocchiero che vi gui-» dava simili rinforzi fatta da uno spagnuolo del presidio, che fu » per tal ragione appeso alle forche. » Con tutta sollecitudine fu mandato a Venezia 1’ avviso del faustissimo avvenimento ; e lo si celebrò da per tutto con feste c fuochi ed allegrezze d’ogni genere. Subito dal senato vi fu spedito proveditore Gerolamo Duodo, acciocché se ne ristampassero le mura e se ne fortificasse la rocca per poter essere in avvenire difesa da qualunque assalto o pericolo di nemici. Un migliajo di (<) Frinì, Iuog. cit., pag. 118 del tom. IV.