ANNO 1484. 109 » li 15 di luglio al morto Federigo, trovò qui il suo conto. Ma • sopra tulli il pontefice Sisto IV all’annunzio di que’ capitoli pro-» vò tale inquietudine, che ad essa viene attribuita la sua morte • accaduta ai 12 di agosto. » Sulla cui morte appunto leggonsi ! nel mordace Laugier le seguenti parole: « 11 papa non aspetlavasi » questa pace, e non poteva credere, che tanto riguardo si avesse » per li veneziani, a segno di cedere loro una provincia intiera, » senza fare alcuna menzione della soddisfazione, che pretendeva » dovuta alla santa Sede, per li pretesi insulti fattile. Sperava al-» meno, che, secondo il convenuto più volte, si stipulasse qualche » cosa a favore del conte d’Imola suo nipote. Appena ricevuta la » copia del trattalo, cadde maialo di vergogna e di rabbia, e morì » li 13 agosto. Mai papa non ha portato sì lunge il furore del ni-» potismo, al quale costantemente sacrificò tutti i doveri di prin-» cipe e di pastore. » Ed il Darù più compendiosamente racconta, che « il papa montò in tanta collera perchè si fosse convenuto per » la pace senza trattar nulla per il ristabilimento di suo nipote e » per la conservazione dell’ autorità pontificale chiedendo da’ ve-» neziani una qualche sommessione, che di lì a quattro o cinque » giorni ne morì. » Dal nostro Sanudo poi, diligentissimo scrittore contemporaneo, ci è narrato il fallo con più precise circostanze. Die’ egli infatti, che « per lettere da Roma venule in cinquanla-» quattro ore s’intese, che, subito giunta la nuova della pace a » Roma, alli dodici del detto mese, il pontefice, lette le lettere, • mandò ad Anello ambasciatore del re di Napoli, ed a quello » dimandò se il suo re era contento di tal pace, ed egli rispose, » che credeva di sì, essendo autore di essa suo figlio il duca di » Calabria, e poi chiamò 1’ ambasciatore de’ fiorentini, e simili » parole usò, il quale rispose, che avendola essi voluta, sembra » debbano essere contenti. Per ultimo chiamò il ferrarese, doman-» dandogli se al suo signore piaceva questa pace e rispose, che » non sapeva a che modo potesse piacere, avendo dovuto lasciare » il Polesine di Rovigo, ed essendo rimasto nel grado di prima.