anno 1509. 369 senato di ripetere le sue istanze; finché, nell’anno 1511, fu deliberato a maggiorità di voti di dare al turco un compenso di 25,000 ducati, quando avesse condisceso a concedere i sussidii promessi dai suoi oratori (1). E da questo tempo incominciarono ad avere i veneziani nel loro esercito compagnie di cavalleria turca stipendiate al loro soldo. Ed ecco sempre più vigorosamente smentite le imposture calunniatrici del Darù, circa la condotta dei veneziani di chiamare in loro assistenza le forze dei turchi. CAPO XIV. Precauzioni della repubblica per assicurare la città di Venezia. Tra le tante favole, che il Darù introdusse nella storia nostra, questa pure dev’ essere annoverala ; che il re Luigi XII, dopo la famosa giornata di Giara d’Adda e la conquista delle città lombarde sino a Peschiera, proseguisse vittorioso il suo cammino sino « a » Fusina, donde il re potè vedere la capitale, che faceva tremare, » ed ivi fece mettere una artigliera di sei colubrine, che tirarono » contro Venezia (2). » Idea ridicola e romanzesca ; mentre si sa che quel re non passò più innanzi di Peschiera. È certo anzi, che egli non volle nemmeno andare a Verona, di cui una deputazione era venuta ad offerirgli le chiavi della città : anzi si sa di più, che egli, non avendo ormai più denari per continuare la guerra, desiderava di sciogliere l1 esercito per alleggerirsene della spesa, e ritornarsene in Francia. E per notare qui un’ altra delle infedeltà del Darù, riporterò le sue stesse parole, con cui parla dell’ impressione, che fece in Venezia la notizia del funesto disastro di tante perdite considerevoli (3). « Se vogliamo credere agli storici veneziani, il governo in (') Ved. il Cicogna, luog. cit. (a) Darù, lib. XXII, $ X, pag. 53. VOL. VII. (3) Luog. cit., pag. 54. hi