ANNO 1491. 147 particolare amicizia. D’ altronde Ermolao Barbaro, pressalo da un canto dalle ripetute istanze del padre, e spronato dall’ altro dal-l’innato sentimento di affetto e di attaccamento alle patrie leggi, si determinò alfine alla desiderala rinunzia. Scelse, per farla più solenne, la circostanza del giovedì santo alla presenza del papa e di lutto il sacro collegio ; ma il papa non la volle accettare. Nè 1’ obbedienza sua agli ordini del senato bastò per anco a giustificarlo. Poco avveduto, non pensò di spedirne a Venezia la stessa sua dimissione al senato, ad onta della opposizione del pontefice; mostrandosi dal canto suo per tal guisa fedele alle leggi del suo governo. Più: avrebbe inoltre dovuto lasciar Roma e ritornare la Venezia. Ov’egli si fosse regolato così, 1’ affare avrebbe cangiato di aspetto, e sarebbesi ridotto ad una semplice controversia di giurisdizione tra la corte di Roma e la repubblica di Venezia. Ma essendo rimasto in quella capitale ad onta della fatta rinunzia, nè avendone dato avviso al senato, egli fu riputalo veramente colpevole in faccia alla legge, e perciò costrinse il senato ad usare verso di lui ogni misura di rigore. Lodovico Barbaro, fratello di Ermolao, stava in Roma presso di esso : un ordine del senato, comunicatogli per parte dell’ ambasciatore, gl’ intimò di doversi restituire in patria, al più tardi entro dieci giorni, sotto pena d’incorrere nell’ indignazione della repubblica. Alla quale intimazione egli prontamente ubbidì. Ermolao invece, per quante volte gli fosse stato intimato di rinunziare alla sede aquilejese, sempre scusavasi col pretesto, cbe il papa non aveva voluto accettare la sua dimissione e che perseverava costantemente nella sua fermezza di non volerla accettare. Finalmente, nel settembre seguente, il consiglio dei Dieci decretò, che « se Ermolao Barbaro, promosso al patriarcato di Aqui-» leja, non si fosse presentato, entro il periodo di tre settimane al » più tardi, dinanzi ai capi di esso Consiglio, sarebbe bandito in » perpetuo dagli stati della repubblica, e sarebbe dichiaralo inca-» pace di possedere mai più verun beneficio dipendente da essa. »