ANNO 1513. 519 CAPO LX1V. Moderazione del senato in mezzo a questo disastro. Nè questo gravissimo danno sofferto dalla repubblica potè abbattere tampoco la costanza del senato. Ed a questo aggiungevasi altresì la perdita di Marano, che un prete traditore diede in mano, circa a quel tempo, agli austriaci. Ed altri danni aveva inoltre cagionati in Venezia un incendio, che arse una grande estensione di case e di magazzini mercantili, dalla pescheria di Rialto sino a santo Apollinare. Il senato, lungi dal rovesciare sul capitano generale la cagione dei disastri sofferti, gli scrisse anzi una lettera di benevolenza e di fiducia, per dargli coraggio a sostenere il suo incarico. Gli manifestò con questa lettera, che, sebbene la repubblica abbia avuto sì grave motivo di afflizione per le vicende recenti, non però s’ era lasciata sorprendere dall’ avvilimento ; che, invece di soccombere sotto questo nuovo colpo, era risoluta di raddoppiare gli sforzi per riparare la sventura; che lo esortava e lo pregava ad avere coraggio ed a non smarrirsi del- 1’ animo per colesto avvenimento; che, preservato lui incolume, eravi buon fondamento da sperare miglior sorte nell’avvenire; che ponesse ogni sua cura per conservare Padova e Trevigi, al qual fine gli manderebbe soldati, munizioni e denaro, quanto ne avesse avuto bisogno. » In buona politica, osserva a questo proposito il Laugicr (1), » il senato non poteva far meglio che animare in tal modo Alviavio, » ch’era alquanto confuso per la sinistra avventura. Deve sempre » supporsi, che un generale di onore è bastantemente punito dalla » vergogna di essere battuto; deve sempre temersi di usare ingiu-» slizia biasimandolo; sempre spellarsi che la disgrazia di essere » sialo vinto gl'inspirerà maggior voglia di vincere; e non si (i) Lib. XXXII.