anno 1486. 125 » tulli. E ser Piero de’ Prioli c scr Tommaso Trivisano procura-» tori gli davano speranza di farlo, s’egli slava saldo e non calasse, * non potendo esser eglino. Ma egli disse al Barbarigo andato a » ballottarlo al quinto scrutinio : Voi siete magnifico, e ora sarete » serenissimo. E calò coJ suoi e il fece doge. » La scelta per altro fu di vantaggio alla repubblica, perchè non era egli mal veduto dalla città; anzi, per le sue azioni onorevoli c per gli uffizi sostenuti a servigio dello stalo, egli era tenuto in grande estimazione. CAPO XXXVII. Lega del pontefice Innocenzo Vili coi veneziani. Una delle prime azioni del suo dogalo fu la lega, ch’egli strinse col pontefice Innocenzo Vili, a fine di proteggere questo contro le rivalità dei principi italiani e particolarmente del re di Napoli, il quale colla sua doppiezza ora gli si mostrava amico ed alleato, ora lavorava di nascosto e in secreto contro di lui, e talvolta palesemente moveva i suoi eserciti a molestarlo negli stessi suoi stati. Più di tutto poi era a cuore d’Innocenzo Vili il riacquisto della città di Osimo, la quale, ribellatasi alla Chiesa e passata sotto il dominio di Boccalino d’ Osimo, stava in procinto di darsi al sultano Bajazet. Imperciocché colui, di governatore pontificio, che n’era, fattosi padrone, nè potendovisi sostenere, era venuto a trattative col dello sultano ed avevaio di già indotto a preparare perciò armata alla Vallona. E per quanti mezzi ponesse in opera il pontefice, onde ricuperar^ quella sua città, non vi poteva riuscire. Né rimanendogli altro rifugio, si rivolse ai veneziani : e la lega fu conchiusa nel maggio del seguente anno 1487,