430 Console del mare Andò poi a Roma per attendervi il decreto di nomina al Consorzio e, partecipando a qualche ricevimento, una sera di fine novembre se la passò con « Balbo, Giunta, Magrini ed altri capi fascisti. Io ero di buon umore ed è stato facile fare delle buone risate con quei generalissimi di venticinque, trenta anni ». La gioventù gli era sempre piaciuta, né mai egli somigliò a quei vecchi inaciditi che si sentono mancare il terreno sotto i piedi o si scandalizzano quando i giovani salgono e le gerarchie si rinnovano. NeH’inverno 1923-1924 iniziò al Consorzio la terza ed ultima fase della sua vita attiva affrontando il grandioso impegno di riordinare e potenziare il maggior porto italiano. L’ambiente in cui dovette lavorare era straordinariamente diverso da quello militare in cui aveva fino allora vissuto, e le difficoltà del compito formidabili. Ma sopra di sé non aveva più un pavido governo liberale, bensì un governo forte che, invece di spaventarsi dei suoi ardimenti e delle sue iniziative, profittò della sua energia e la secondò in pieno per riguadagnare anche nel settore portuale il tempo perduto nelle continue incertezze del vecchio regime.