anno 1513. 525 blocco, onde ottenere per fame ciò che non eragli possibile ottenere altrimente. Degli assalti e dei tentativi, posti in opera dal Frangipane per espugnar questa rocca, diede notizia il conte Savorgnan, con varie sue lettere al senato, le quali ci furono conservate dal Sañudo nei suoi diarii manoscritti (1). CAPO LXVIII. Difesa valorosa di Crema. Alla costanza, con cui Osopo resisteva alle armi nemiche, stava in bella armonia l’ardore marziale, con cui contrastavano filie truppe degli alleali i pochi avanzi dell’esercito veneziano, che erano alla difesa di Crema ; unicq cillà rimasta alla repubblica in coteste parli. Vi comandava Renzo da Ceri, il quale non solamente seppe rovesciare tulli i progetti, che avevano immaginalo i nemici per soggiogarla, ma indire recò a questi non lievi danni, molestandoli persino tra i recinti ove slavano aquarlierali. E infatti, Cesare Fieramosca era a Calcinate nel bergamasco con cinquanta uomini d’arme ed altrettanti cavalleggieri. Renzo notlelempo fece uscire da Crema un distaccamento, che arrivò a Calcinate prima del giorno, scalò la piazza, sorprese tulla la truppa e la condusse prigioniera a Crema. Lo stesso ottenne a Quinziano nel bresciano, ove fece prigioniero il conte da Sanseverino con tutte le sue genti. I cilladini, che secondavano spontaneamente tulle le premure di Renzo, ebbero il principal merito in lullociò. Anzi, essendosi ridotto il comandante in bisogno di denaro per le paghe delle truppe, nè potendone ricevere da Venezia, eglino stessi ne somministrarono all’occorrenza. Perciò Renzo prese affezione sì grande a quei cittadini e a quella città, che ricusò migliore sorte e più (i) Particolarmente nel Tol. XVII, a cart. 5a8, rende conto, con una lettera lunghissima, di tutti i fatti, che io qui ho esposto compendiosamente.