226 LIBRO XXVII, CAPO XVIII. CAPO XVIII. Assedio e caduta di Modone. Bajazet allora risolse di mettersh T assedio a Modone, menandovi oltre a cento mila combattenti. A quella volta diresse il suo corpo anche il comandante generale dei veneziani, per soccorrere quella piazza. Veleggiavano le navi turche verso lo scoglio della Sapienza ; ed il Trevisano tostochè le vide, risolse di dar battaglia. Di tulla la sua armata formò tre squadre : nella prima sfilò tutte le galere sottili, nella seconda le galere grosse, nella terza le navi : quest5 ultima si appostò verso il largo del mare, le altre due radevano il lido. Si accorsero i torchi delle intenzioni del Trevisan : perciò spinsero cento galere conlro la flotta veneziana; ma datosi da Giacomo Venier il segnale della pugna, sette sole delle nostre galere si spinsero innanzi. Queste si azzuffarono con sì grande furore, che maltrattarono molti legni nemici, ed alquanti altresì ne affondarono. Si avanzarono altre venti galere veneziane le quali sparsero tra i turchi tale terrore e confusione, che disordinati abbandonavano i proprii legni per cercarsi scampo sulle terre vicine. Ma quando si accorsero, che le navi grosse erano rimaste immobili, perciocché mancava loro il vento ; ricuperalo il perduto ardire, rientrarono nel combattimento e manovrarono sino a notte. I veneziani vi perdettero due galere : ma se l’ubbidienza dei subalterni avesse corrisposto con prontezza agli ordini del comandante generale, la vittoria sarebbe stata pei nostri. Allontanatasi la fiotta veneziana, cresceva sempre più il pericolo di Modone, battuta da Bajazet senza risparmio di sangue. Melchior Trevisan, risoluto di portarvi soccorso, fece caricare sopra cinque galere grande copia di vettovaglie e di munizioni,