26 LIBRO XXV, CAPO Vili. Malatesta, in pieno concistoro, i’ investitura della signoria di Rimini. Comandante supremo dell’ armata rimase il conte d’ Imola : il duca di Calabria si ritirò, non essendo più in grado di sostenersi coll’ esercito suo scoraggiato c disfatto. CAPO Vili. 1 veneziani prendono Rovigo. Mentre queste cose accadevano d’appresso a Roma ed in Roma stessa, l’esercito veneziano del Polesine si accingeva alla compiisla di Ferrara; giacché, espugnato Ficarolo, nessun altro ostacolo rimancvagli sulla sponda sinistra del Po di Venezia, da Melara sino al mare. Non così per altro era sgombra la via, che mena a Ferrara dalla destra sponda del fiume. Questa era maravigliosamente fortificata, ed eranlo del pari le due rive del ramo di Bondcno ; ed era altresì una difesa il vasto tratto del Polesine di Rovigo, che slava alle spalle dell’ armata veneta. A questo territorio rivolse il da Sanseverino i suoi pensieri. Vi condusse perciò una porzione del suo esercito sotto il comando de' suoi due figliuoli, Gasparo dello Fracassa ed Anton-Maria, a’ fianchi dei quali stava il proveditore veneziano Pietro Marcello. Primo a cedere, il dì 9 luglio, fu il bastione della Canda, eli’ era custodito da Corradino dì Savana con venticinque soldati. Con sì meschina difesa era impossibile clic resistesse: tuttavolta questo evidente argomento di giustificazione non valse a sottrarlo, giunto che fu in Ferrara, dall’essere accusalo di negligenza e perciò carceralo. Cadde nell indomani in potere dei nostri Castel-Guglielmo, i cui comandanti Angelo Saltarello e Gianfrancesco da Cavo si resero per mancanza di soccorso. La quale cagione, commemorata dallo Zam-bolti (1), non è ammessa dal Muratori, clic lo dice invece ceduto per (i) Presso il Frizzi, luog. cit-, pag. 119 del loia. IV.