242 LIBRO XXVII, CAPO XXV. di altra religione, di altri cosiumi. Ma d’ altronde è anche vero, che i portoghesi se la resero tanto familiare, da poterla compiere in uno spazio assai più breve di tempo e con felicissima riuscita. Anzi, fecero confederazione con parecchie di quelle nazioni ; altre ne assoggettarono con le armi ; ed in fine presero colà fermo piede nell'autorità e nel commercio. Nè di minor profitto fu agli spagnuoli la scoperta dell’ America, cui si accinse a tentare il famoso Cristoforo Colombo genovese, ajutato da alcuni legni, che a lui gli concessero, acciocché verificasse le sue conghietture circa l’esistenza di sconosciute terre dalla parte di Occidente. Trovate eh’ egli ebbe le prime isole, e dopo di lui, inoltratosi vieppiù il fiorentino Almerigo Yespucci, poterono gli spagnuoli sviscerare di là immensa copia di oro, che vi trovarono nelle viscere dei monti e frammisto tra le arene dei fiumi ; e così ne moltiplicarono in Europa la quantità e ne fecero scemare il prezzo ; ma pur troppo, nel tempo stesso, cooperarono all’ ozio di molti, i quali impiegandone ad acquistare beni e possedimenti nella terraferma, si alienarono da! commercio, vera ed unica fonte della nazionale ricchezza. La repubblica in somma vide sino da questo punto cominciare colla decadenza del suo commercio il decadimento altresì di quello splendore, a cui per lunga serie di secoli era salita ; vide ridursi di anno in anno la sua ricchezza ad una progressiva mediocrità, che terminò in fine colla più funesta caduta. C A P 0 XXV. Intrighi politici tra i re eli Francia e eli Spagna a danno del re di Napoli. Luigi XII, divenuto padrone del ducato di Milano, non si tenne contento ; progettò inoltre di aggiungervi il regno di Napoli. Due soli ostacoli gli si opponevano : le intenzioni dell’ imperatore